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Giuseppe MARANO



Una chiave di lettura interessante che permettere di comprendere cosa rappresenti lo spettacolo della Corrida per la tradizione e la cultura spagnola è sicuramente il libro "Morte nel pomeriggio" del grande scrittore premio Nobel Ernest Hemingway. In questa sua opera egli spiega come nella Corrida morte e vita si leghino indissolubilmente ed il torero si erga come rappresentante massimo dell'onore e della virtù nella sfida con la Morte (il toro)  emergendo infine come Vincitore capace di conquistare  una specie di immortalità.
Hemingway aggiungeva però  "Ritengo che da un un moderno punto di vista morale, vale a dire cristiano, l'intera corrida sia insostenibile; c'è senza dubbio molta crudeltà, c'è sempre pericolo, sia voluto sia inaspettato, e c'è sempre Morte, e non intendo sostenerla ora, ma soltanto di raccontare onestamente la verità che ho scoperto a questo proposito…".
La fotografia di Giuseppe Marano ed il suo progetto " Finchè morte non ci separi" si interroga proprio sul significato contemporaneo della Corrida, se questa costituisca uno spettacolo ancora oggi " sostenibile" da parte di una nazione moderna come lo è oggi la Spagna.
Come lo stesso fotografo puntualizza: "…… Finché Morte Non Ci Separi è un progetto a lungo termine che vede come protagonista il mondo della corrida spagnola. Dopo averne fatta tesi di laurea con una ricerca storiografica sulle origini del rapporto tra uomo e toro, il seguente reportage è un indagine sulla sopravvivenza di una tradizione che ha smarrito i significati arcaici sui quali si sosteneva. Un mondo quello de las fiestas che già Hemingway definiva in declino 80 anni fa e che persegue le conseguenze di una tuttavia radicata cultura legata alla figura del torero e del toro…."
Attraverso una fotografia che descrive realisticamente gli ambienti, i protagonisti, le loro azioni, la folla che fa da contorno il fotografo cerca di capire ed analizzare questa realtà così complessa e ormai fuori dal tempo  che tenacemente resiste e si oppone a quelle tendenze, a quelle  forze modernizzatrici e globalizzanti che attraversano e pervadono il paese e la cultura spagnola.
Ecco quindi che lo sguardo di Giuseppe si sofferma curioso, colmo di una volontà di comprensione lucida su gli aspetti maggiormente significativi di questo "spettacolo-tragedia" taurino: il momento della vestizione del torero, gli attimi di raccoglimento e riflessione profonda di quest'ultimo, la preparazione del toro e la "solenne" stoccata mortale, l'abbattimento della bestia ed il torero acclamato dal pubblico e portato in trionfo.
E' molto forte la necessità di comprendere il perché di tutto questo attraverso una descrizione visiva e fotografica di un un mondo a molti semisconosciuto o indagato, narrato solo in modo parziale. Le splendide  immagini prodotte, crude, vere sembrano così gettare una luce rischiaratrice  analizzando questo particolare  spettacolo-rito più nel profondo.
Forse la Corrida riesce a risvegliare certe pulsioni ataviche dell'uomo oramai sopite per mezzo del progresso e la modernità ma tuttora presenti e vive in ognuno di noi? O forse è quella sua natura di sfida dell'uomo alla natura o di sfida alla morte che affascina il pubblico delle arene? Ma potrebbe trattarsi più semplicemente di una volontà di non estinguere, di non essere dimenticata, di una testarda volontà di affermazione ed esistenza.
A noi sembra che Il progetto " Finchè morte non ci separi" sia un viaggio  in una cultura e tradizione antica, un viaggio di grande fascino e suggestione denso di simboli e significati umani e "sovraumani". Un viaggio cruento e tragico nel quale è richiesto un tributo di sangue; un'analisi fotografica razionalissima  di un mondo complesso, affascinante ed allo stesso tempo capace di disturbare gli animi più sensibili, nel quale la superba fotografia di Giuseppe Marano ha avuto il coraggio di addentrarsi alla ricerca di risposte e verità.
(V.P)





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