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Chiara G. LEONE

"...Chiara “canta” così la Donna nella sua globalità, carne e spirito, inserita nel Mondo, senza tralasciare o privilegiare una sua parte e caratteristica sulle altre..."






Osservare le Fotografie di Chiara Leone equivale all’ingresso in un Mondo assolutamente straordinario. Un Mondo nel quale l’idea di femminilità si manifesta attraverso un’ interpretazione che cerca di superare il puro estetismo corporeo, tentando di elaborare ed esprimere un concetto, un universo multiplo e stratificato di impressioni, pensieri e sentimenti che volano oltre il territorio della fisicità materica. “Leggendo” con molta attenzione queste Fotografie non si può fare a meno di notare e percepire un senso di “morbida delicatezza” che pervade ogni singolo scatto. Una delicatezza, nel guardare e nell’indagare la figura femminile, che si salda allo stesso tempo col rivelarsi di un certo atteggiamento di profondissimo rispetto ed empatia verso la singola protagonista ritratta e verso tutta la realtà del Mondo femminile in generale.
Caratterizzate da una sfuggevolezza deliziosa, le fotografie narrano una Donna animata da un’ambivalenza o conflitto tra il mostrarsi e il non farlo. Forse timida oppure riservata sicuramente decisa a voler affermare con forza la propria presenza come unica necessità impellente.
L’esistere, l’essenza del sé, sono la discriminante, il punto o punctum decisivo; il quid quindi e non le sue modalità di rappresentazione sulle quali ancora si insiste a discapito di tutto, in modo assolutamente spropositato.
La Donna raccontata da Chiara non sembra così essere alla ricerca di approvazione o complimenti facili, immediati ma possiede una speciale carica per imbastire un discorso di piu’ ampio respiro e valore. Il corpo viene di frequente coperto, nascosto nelle sue parti da elementi ambientali che in alcuni casi sembrano fondersi con esso. L’uso di colori specifici poi ricorre di frequente perché esplicita volontà da parte della fotografa nel caratterizzare la figura femminile alludendo a certi significati. La presenza del rosso, colore dell’amore e della passione, collegato essenzialmente ad una dimensione fisica e terrena. Il blu del cielo emblema di una dimensione spirituale. Ed infine il verde-Natura. Madre Terra, Dea Madre, divinità femminile primordiale creatrice che ci sostiene nella nostra esistenza.
Chiara “canta” così la Donna nella sua globalità, carne e spirito, inserita nel Mondo, senza tralasciare o privilegiare una sua parte e caratteristica sulle altre.
L’essere femminile viene così presentato in modo diverso, con maggior rispetto e completezza, abbandonando quelle caratteristiche estetiche culturali dominanti e di retaggio arcaico. Non v’è piu’ presente quindi una certa necessità di ostentazione di una bellezza a senso unico, in difetto, che rincorre certi canoni limitanti e predeterminati. Nel racconto di Chiara non vi si trovano pose ammiccanti o esplicitamente seduttive. Anzi l’esatto contrario. E’ una donna che sembra ripararsi, nascondersi, perché forse ben consapevole del persistere di un modo di guardare da parte dell’osservatore ancora superficiale e limitato. E quindi assolutamente da superare.
Occorre perciò, assoluta sensibilità per entrare nel Mondo di Chiara e per comprenderlo. C’è bisogno di occhi rinnovati, di uno sguardo di altro livello e consapevolezza. Sono fotografie, le sue, che educano ad una nuova bellezza, rispettosa e totalizzante. E’ un manifesto per un nuovo vedere; è una rivoluzione intima e personale, da mettere urgentemente in moto. (V.P)














       


















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