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Massimiliano PUGLIESE


L'oscurità come discesa, viaggio interiore in territori e dimensioni misteriose, nelle quali dominano le tenebre, cupe su lande desolate e semisconosciute dense di glaciali atmosfere.
Il fotografo Massimiliano Pugliese ci si è perso volutamente in questi enigmatici paesaggi paralleli, in questi luoghi interiori, alla ricerca di quelle immagini depositate e stratificate nella sua memoria e nel suo Io, rappresentanti di quella  propria e personalissima cultura mass mediatica e musicale acquisita durante gli anni.
"…. Per circa due anni non ho fotografato. Cercavo, senza trovarla, una storia da raccontare che avesse una forza propria. Poi ho capito di essere in grado di raccontare solo una storia, la mia, con la voglia di perdermi e dar vita a quelle che sono le visioni derivanti da tutti i film che ho visto, tutti i libri che ho letto, tutta la musica che ho ascoltato….."
Le sue fotografie divengono quindi concretizzazione di un arcano film interiore composto da un intreccio di sinfonie e melodie musicali che creano una sconfinata colonna sonora all'interno di una sceneggiatura omnicomprensiva e inglobante di tutte le storie assimilate dal fotografo nel corso della propria esistenza.
I personaggi, gli attori di queste immagini si ritrovano completamente soli, smarriti nelle cupe atmosfere "lynchiane"  danno l'impressione di cercare una vitale protezione quantica: come insetti notturni infatti sono attratti da fonti luminose che offrono loro un sicuro riparo dal buio nero siderale avvolgente e minaccioso.
Tutte le esperienze di perdita e smarrimento individuale, per quanto terribili e sconvolgenti esse siano, offrono sempre un' occasione di conoscenza più esaustiva e spesso "illuminante" . Massimiliano Pugliese non ha bisogno di raccontare una storia, la sua fotografia traduce in immagini un' Esperienza di inestimabile valore che è propria dell'Uomo e che la maggior parte di noi ha già sperimentato o dovrà affrontare in futuro.
"…Al momento, mi sento lontano da una visione di tipo documentaristico e credo che la fotografia possa, in alcuni casi, svincolarsi dall'incalzante necessità narrativa. Le mie foto semplicemente riflettono, o vorrebbero riflettere, il mio stato di perenne smarrimento…"
Perdersi per ritrovarsi, ritrovarsi per conoscersi in assoluta sincerità.
(V.P)






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